Che Sozzani racconta così: «Nel 2011, per l'anniversario dei 20 anni della mia galleria, Sarah mi regalò una foto emblematica che mi accompagna nel tempo: rappresenta un elefante al centro di una pista da circo, è l'immagine simbolo di un portafortuna. La nostra affinità e la nostra amicizia risalgono alla fine degli anni Settanta, quando iniziammo a collaborare per Vogue Italia. Un primo incontro che si trasformò in un "sempre": mi seguì a Elle Italia e poi nelle tante mostre che ho organizzato nella galleria di 10 Corso Como. La sua ricerca fotografica è sempre stata al centro della nostra complicità. E, infatti, per me la fotografia di Sarah riunisce tutti i portafortuna a cui posso pensare, la sua sensibilità plasma tutta la sua opera in un unicum estetico: i visi, i bambini, i fiori, gli animali, i paesaggi e la moda. Soggetti che lei ha profondamente trasformato.
Bellezza evanescente in un mondo di persistente sensazione di mistero: il linguaggio di una delle più celebrate autrici della fotografia contemporanea. In mostra ora ad Andorra
Un rapporto e una notorietà che arriveranno all'apoteosi nel 1987 con la campagna per il profumo Loulou di Cacharel. Ma Moon aveva già sfondato un tetto di cristallo: nel 1972 è stata la prima donna a fotografare il Calendario Pirelli. Una donna che ha saputo rivoluzionare il mondo della fotografia di moda dandogli un suo aspetto escapista e sognatore e che Giorgio Armani, in occasione della mostra a lei dedicata dalla Galería Alta di Andorra (fino al 21 aprile) ricorda così: «Atemporalità ed eleganza: questo è ciò che mi affascina del lavoro di Sarah Moon. Siamo spiriti affini e lavorando con lei ho scoperto la propensione reciproca per la semplicità».
Poetiche, inquietanti e oniriche sono state definite le sue immagini che oggi sembrano far parte di un universo inesauribile. Sia quando descrivono un sogno in bianco e nero sia quando lo fanno a colori. Per raccontare una bellezza evanescente.